I pionieri

 

Il geologo Giulio Curioni, tra i fondatori della Società Italiana di Scienze Naturali, fu il primo a metà Ottocento ad accennare alla presenza di pesci fossili negli scisti bituminosi di Besano sul versante italiano della montagna, quando a quei sedimenti rocciosi si stavano interessando i tecnici incaricati di provvedere all'illuminazione di Milano. La prima pubblicazione sui fossili del monte è però di Emilio Cornalia, paleontologo e direttore del Museo civico di storia naturale di Milano, che nel 1854 descrisse il rettile marino Pachypleura Edwardsii (oggi Neusticosaurus edwardsii) e che fu anche il primo ad attribuire correttamente le formazioni fossilifere del San Giorgio al periodo Triassico, precedentemente ritenute di età Giurassica.

 

Dopo il rinvenimento di alcuni rettili, tra cui anche il primo ittiosauro, presero avvio le campagne di scavo. La prima fu organizzata nel 1863 dalla Società italiana di scienze naturali e guidata dall'abate Antonio Stoppani. Con l'ausilio dell'esplosivo furono portati alla luce frammenti di pesci e di rettili, tra cui anche il secondo esemplare di ittiosauro. Una seconda campagna fu invece organizzata nel 1878 dal Museo civico di storia naturale di Milano sotto la direzione di Emilio Cornalia, che svelò altri rettili e le prime ammonoidi. Sono di quegli anni anche le descrizioni dei primi pesci e rettili famosi, in particolare quelle di Macrocnemus bassanii Nopcsa 1930 di Askeptosaurus italicus Nopcsa 1925 e di Tribelesodon (oggi Tanystropheuslongobardicus (Bassani 1886). Purtroppo, questo patrimonio di inestimabile valore scientifico e storico andò quasi interamente perduto in una sola notte durante il bombardamento angloamericano di Milano dell'agosto 1943, che rase al suolo l’allora Museo civico di storia naturale insieme a gran parte delle sue collezioni.

 

Ritratto del paleontologo milanese Emilio Cornalia (1824–1882)

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Ritratto dell’abate Antonio Stoppani (1824-1891)

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