Organizzazione I

La gestione del bene del patrimonio UNESCO in Italia spetta allo Stato italiano.
Lo Stato Italiano e vari Enti quali Regione Lombardia, Provincia di Varese, Comuni di Besano, Clivio, Porto Ceresio, Saltrio e Viggiù, Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Milano, Comunità Montana Valceresio e Camera di Commercio di Varese, hanno sottoscritto nel 2008 un protocollo allo scopo di attuare il “Piano di gestione” facente parte del dossier di candidatura.

Gestione da parte delle autorità comunali: Convenzione Monte San Giorgio

I primi 2 anni di gestione transnazionale hanno confermato sul lato italiano, l’efficacia della Convenzione MSG (convenzione) che si è deciso di riproporre dotandola di uno Statuto.
La Convenzione MSG è stata quindi risottoscritta nel 2012, individuando la Comunità Montana del Piambello come nuovo capofila in possesso di una struttura capace di garantire coordinamento.
La struttura proposta è identica a quella che ha portato avanti con successo la candidatura, con una maggiore elasticità e agilità dal punto di vista tecnico-amministrativo.
La Convenzione, come risulta dall’allegato documento, ha le seguenti finalità:

  • tutelare, proteggere, valorizzare e divulgare quanto costituisce il patrimonio culturale/scientifico dello stesso, anche attraverso un continuo e proficuo rapporto con la Fondazione del Monte San Giorgio (CH).
  • realizzare attività dirette alla tutela, protezione, valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale, scientifico e naturale del Monte San Giorgio attraverso una serie di linee di azione indicate nella Convenzione e d’intesa anche con la Fondazione del Monte San Giorgio (CH)

La convenzione è gestita da una Commissione per la programmazione e la gestione del sito UNESCO del Monte San Giorgio (Commissione) composta dai rappresentanti dei 6 Enti sottoscrittori i quali il loro interno eleggono un Presidente. Alla Commissione spetta l’assunzione di tutte le decisioni relative alla programmazione e gestione del Sito.
Per attuare le proprie decisioni la Convenzione si avvale del seguente personale:

  • di un direttore della gestione (Site Manager), cui compete l’organizzazione delle attività della convenzione allo scopo di perseguire le finalità della stessa;
  • di una commissione scientifica nazionale (CSI), nominata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), cui compete la cura e lo sviluppo delle azioni di carattere scientifico tendenti alla valorizzazione del Sito.

Attuali membri della Convenzione

  • Paolo Sartorio, Presidente e delegato al Comitato Strategico Transnazionale, in rappresentanza della Comunità Montana del Piambello
  • Leslie Mulas, Membro, Sindaco, in rappresentanza del Comune di Besano
  • Debora Lonardi, Membro, Consigliere delegato, in rappresentanza del Comune di Clivio
  • Jenny Santi, Membro, Sindaco, in rappresentanza del Comune di Porto Ceresio
  • Maurizio Zanuso, Membro e delegato al Comitato Strategico Transnazionale, Sindaco, in rappresentanza del Comune di Saltrio
  • Emanuele Maritan, Membro, Assessore delegato, in rappresentanza del Comune di Viggiù

 

Site Manager è l’architetto Alberto Marchi.

Gestione Statale

Lo Stato opera nelle aree sottoposte a vincolo, attraverso l’azione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, ufficio periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACT), che mette a disposizione personale altamente qualificato con il compito di monitoraggio e controllo sul patrimonio paleontologico, soprattutto riguardo al rischio di danneggiamento e di perdita dei beni. La Soprintendenza svolge, insieme con la Guardia di Finanza e le altre autorità designate, anche un’azione di monitoraggio rispetto al possibile traffico illecito dei beni. Infatti, si riafferma come in Italia la legislazione vigente disponga che [Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 10, comma 4, lettera a)] tutte le cose appartengono alla categoria dei beni culturali, “da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o su fondali marini, appartengono allo Stato” (Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 91 comma ).
In particolare, “le cose che interessano la paleontologia…. “ fanno parte del patrimonio culturale e come tali sono sottoposte al Codice medesimo, che stabilisce le forme di tutela e di controllo delle attività di ricerca e di scavo, esercitate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo. Lo stesso Ministero rilascia le concessioni di scavo dopo aver verificato i requisiti e le motivazioni dei richiedenti. La stessa legislazione regola la circolazione di detti beni sia in ambito nazionale che internazionale.